Pertosa, torna la sagra del Carciofo Bianco Presidio Slow Food

Pertosa, torna la sagra del Carciofo Bianco Presidio Slow Food

di Andrea Bignardi

Torna a svolgersi anche in questo weekend la sagra del Carciofo Bianco di Pertosa, giunta alla sua 28ma edizione. L’evento suggella, simbolicamente, il periodo di raccolta di questa unica e rara del territorio, presidio Slow Food dal 2003, e trasformando, nell’occasione, il borgo sospeso tra Alburni e Vallo di Diano in un vero e proprio tempio della tradizione contadina. La manifestazione è organizzata dalla Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, con il patrocinio del Comune di Pertosa. E così il fiore all’occhiello del paniere agroalimentare locale sarà esaltato in gustose ricette tradizionali tramandate di generazione in generazione. I piatti a base di carciofo bianco di Pertosa saranno serviti nella centralissima Piazza De Marco, dove saranno allestiti gli stand gastronomici, sia a pranzo che a cena.

Il prodotto

Il nome esprime la sua caratteristica più evidente: è un carciofo di colore chiarissimo, verde tenue, bianco argenteo. Le infiorescenze sono grandi, rotonde, globose, senza spine, con un caratteristico foro alla sommità. Le particolarità del Bianco di Pertosa sono numerose: su tutte vanno segnalate la resistenza alle basse temperature, la colorazione tenue (un verdolino chiaro, quasi bianco), la dolcezza e la straordinaria delicatezza delle brattee interne. 

La coltivazione

Ad oggi la coltivazione del carciofo bianco di Pertosa è decisamente di nicchia: pochi sono gli ettari dedicati, divisi fra i contadini del territorio che lo coltivano perlopiù per il consumo familiare in piccoli appezzamenti. Eppure, le potenzialità di quest’eccellenza sono davvero straordinarie nelle propria unicità. Le rare qualità organolettiche, unite alla sua salubrità, fanno del carciofo Bianco un possibile elemento trainante per tutta l’economia agricola della zona. L’obiettivo delle organizzazioni istituzionali e non che sostengono lo sviluppo del presidio è quello di potenziare ulteriormente la risonanza di questo prodotto sul territorio e non solo, coinvolgendo innanzitutto la ristorazione locale, così come da parte dei produttori che hanno dato vita a conserve in olio evo dop Colline Salernitane. 

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