Comparto Sanità. Niente da fare su rinnovo contratto. Nuova fumata nera all’Aran. No da Cgil, Uil e Nursing Up per mancato incremento risorse

Comparto Sanità. Niente da fare su rinnovo contratto. Nuova fumata nera all’Aran. No da Cgil, Uil e Nursing Up per mancato incremento risorse

Non c’è la firma sul rinnovo del contratto del Comparto Sanità 2022-2024. La riunione convocata oggi all’Aran non ha registrato passi in avanti dopo che già un mese fa le trattative si erano bloccate. Naddeo: “Impossibile proseguire le trattative”

Ancora fumata nera per il rinnovo 2022-2024 del contratto del Comparto Sanità. Le trattative ricordiamo si erano già arenate un mese fa per l’opposizione di Cgil, Uil e Nursing Up. Si è tenuta oggi infatti all’Aran la riunione per il rinnovo del contratto collettivo del comparto Sanità, con l’obiettivo di aggiornare le organizzazioni sindacali sugli sviluppi successivi alla rottura della trattativa avvenuta il 14 gennaio.

Le sigle sindacali contrarie alla firma del contratto (Cgil, Uil e Nursing Up) hanno mantenuto inalterate le loro richieste, sia in termini di maggiori risorse economiche sia su specifiche questioni normative. Di fronte alla mancata apertura da parte delle organizzazioni sindacali, il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha preso atto dell’impossibilità di proseguire le trattative.

Riguardo all’aspetto economico, il presidente Naddeo ha riportato quanto emerso dall’incontro del 18 febbraio tra il ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, e le rappresentanze del comparto delle Funzioni centrali: non sono previsti ulteriori stanziamenti per il rinnovo contrattuale 2022-2024. Il Governo ha infatti confermato che le risorse complessivamente destinate al pubblico impiego per i due cicli contrattuali 2022-2024 e 2025-2027 ammontano a 20 miliardi di euro, di cui 3,7 miliardi riservati alla Sanità.

Questi fondi consentiranno un aumento medio in busta paga di 172 euro mensili per il triennio 2022-2024 e di 184 euro per il 2025-2027, per un incremento complessivo medio di 356 euro al mese per 13 mensilità.
Fp Cgil, Uil Fpl, Nursing Up: ancora una proposta di rinnovo contrattuale a risorse invariate, senza alcun riconoscimento e valorizzazione concreta del personale

“Non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi, in una posizione del tutto minoritaria, invoca addirittura senza vergogna un atto unilaterale del Governo per l’erogazione degli aumenti contrattuali proposti, decretando di fatto la morte della contrattazione e del ruolo fondamentale del sindacato stesso. La verità è che oggi non è stata presentata alcuna novità per il personale del comparto della sanità pubblica, sia a livello economico che normativo. La Fp Cgil, la Uil-Fpl e il Nursing Up non sono disposte, oggi come a gennaio, a sottoscrivere una pre-intesa che non garantisce i lavoratori e le lavoratrici.

“Il Governo non pare voler fare un passo in avanti e dare un segnale tangibile a chi ogni giorno lavora per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. La nostra posizione è scevra da qualsiasi pregiudizio politico e si fonda sul merito: siamo aperti ad un dialogo costruttivo con il Governo, ma non senza la previsione sia di risorse idonee che di integrazioni normative richieste fin dall’apertura del tavolo di confronto. Richieste che ad oggi rimangono del tutto inevase.”

“Siamo stanchi della scusa della scarsità delle risorse pubbliche per giustificare la proposta di un contratto al ribasso, che non rimette al centro il valore e la dignità di coloro che tengono in piedi la sanità pubblica del Paese. Quando si vuole e per chi si vuole, le soluzioni si trovano, eccome!” concludono Fp Cgil, Uil Fpl, Nursing Up.


Il Nursind chiede invece l‘intervento di Governo e Regioni. “Sono caduti tutti gli alibi e chi, anche oggi, ha sprecato l’ultima chiamata e deciso irresponsabilmente di non sottoscrivere il Ccnl del comparto non solo si è assunto una enorme responsabilità di cui dovrà dare conto ai lavoratori, ma ha anche decretato la morte del ruolo dei sindacati nella contrattazione”. Il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, commenta così il fallimento del tavolo convocato questa mattina all’Aran.

“L’incontro odierno – ricostruisce Bottega – ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: le risorse, che anche noi reputiamo insufficienti, non aumenteranno perché qualcuno fa la voce grossa o punta i piedi. E bacchette magiche non ce ne sono”. Non solo, prosegue, “ma anche la parte ordinamentale del contratto non sarà oggetto di modifiche tant’è che l’Aran, su mandato delle Regioni, ha riproposto il testo frutto della trattativa di gennaio. Ecco perché la decisione di non firmare neppure stamani di fatto preclude ogni possibilità di futura negoziazione. Un vero e proprio ‘suicidio’, naturalmente non nel nostro nome, ma – ed è un paradosso – nel nome di quelle sigle che a partire dagli anni ’90 hanno voluto con forza l’attuale sistema di contrattazione”. “A questo punto – evidenzia il segretario del Nursind – non ci resta che chiedere un intervento a governo e Regioni per distribuire le risorse stanziate in manovra. A spingerci in questa direzione è il senso di responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori, una responsabilità che, evidentemente, non ha guidato le sigle sindacali che hanno scelto, in maniera per noi scellerata, di non sottoscrivere il Ccnl sulla pelle dei professionisti”.

“È emblematico il caso del personale di pronto soccorso che per primo purtroppo sta pagando il prezzo della mancata ratifica dell’intesa, non potendo percepire l’aumento dell’indennità in busta paga. Come ha ribadito ancora una volta oggi l’Aran, infatti – conclude Bottega -, questo incremento è legato al rinnovo del contratto in quanto rientra nei finanziamenti stabiliti dall’atto d’indirizzo delle Regioni e certificato dalla Ragioneria dello Stato”.

Per la Cisl Fp Ccnl bloccato per motivi politici. “Dopo mesi di trattativa e con il tavolo riaperto, la sottoscrizione del Ccnl Sanità Pubblica viene nuovamente bloccata per scelta di Fp Cgil, Uil Fpl e Nursing Up. Una decisione grave e irresponsabile, che danneggia oltre 700mila lavoratrici, lavoratori e professionisti della sanità pubblica” dichiara la Segreteria Nazionale Cisl Fp.
“In questi mesi abbiamo lavorato con responsabilità per costruire un contratto che rispondesse concretamente ai bisogni del personale – prosegue il sindacato –. Bloccare oggi la firma, senza prospettare soluzioni alternative realizzabili, significa negare gli arretrati, impedire l’aumento degli stipendi e privare i lavoratori della rivalutazione delle indennità. L’obiettivo deve essere quello di chiudere il contratto per riavvicinare le tornate contrattuali e aprire subito il negoziato per il triennio 2025-2027, in linea con quanto già avviato nel comparto delle Funzioni Centrali, dove si sta lavorando al nuovo ‘Patto per il lavoro pubblico’ in attesa dell’atto di indirizzo per il prossimo rinnovo. Un’opportunità per portare gli aumenti medi, sommando le tue giornate contrattuali, ad oltre 350 euro mensili”.

“La realtà è chiara: con le risorse di bilancio già disponibili, Fp Cgil, Uil Fpl e Nursing Up stanno scegliendo deliberatamente di bloccare il contratto senza una strategia credibile, danneggiando direttamente il personale sanitario. In tutte le regioni d’Italia, il mancato rinnovo sta già mettendo a rischio l’erogazione delle indennità, come recentemente accaduto nel Lazio con il pagamento dell’indennità di Pronto Soccorso, sospeso proprio per l’assenza di un nuovo contratto. Senza il rinnovo, inoltre vengono negati diritti fondamentali conquistati nella trattativa, come il patrocinio legale gratuito e l’assistenza psicologica per il personale sanitario vittima di aggressioni.

Chi oggi blocca il contratto – conclude la Cils Fp – dovrà spiegare ai lavoratori perché li sta privando di questi strumenti di tutela essenziali. Cgil, Uil e Nursing Up stanno esponendo il movimento sindacale ad un rischio evidente e paradossale: se il contratto non viene chiuso dal sindacato, la politica potrebbe intervenire unilateralmente per erogare solo gli aumenti salariali, senza tutte le tutele e i diritti conquistati nella trattativa. Un’ipotesi inaccettabile, che oltre a colpire direttamente chi lavora ogni giorno nella sanità pubblica, azzera il valore della contrattazione e nega il ruolo stesso del sindacato. La Cisl Fp continuerà a battersi per garantire ai lavoratori un contratto che dia certezze economiche, diritti e riconoscimento professionale, ma è necessario che tutte le sigle sindacali si assumano la responsabilità di chiudere questa partita, nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto”.

Fials pronta alla firma del Ccnl Sanità, nonostante le criticità “La convocazione di oggi all’Aran è una riunione interlocutoria. Il Presidente Naddeo conferma quanto ribadito dal ministro Zangrillo, ovvero che risorse economiche ulteriori non ce ne possono essere, perché ci sono già le risorse stanziate per il triennio 2025/2027 che ammontano a 3 miliardi e sette per le due tornate contrattuali ( 2022-2024,2025-2027). Si parla di un incremento complessivo di 357 euro per le due tornate contrattuali, comprensivo delle risorse ulteriori presenti che fanno parte delle risorse a disposizione del tavolo contrattuale. La parte datoriale ha ribadito come la figura dell’assistente infermiere debba essere disciplinata dal contratto collettivo nazionale, nonostante la critica serrata da parte della nostra organizzazione sindacale che ha ribadito quanto fosse inopportuno calare una figura dall’alto in ultima giornata senza prima valutare le ricadute sul contesto organizzativo”.

Così il Segretario Generale Giuseppe Carbone, che ribadisce il suo assenso alla firma del contratto: “Nonostante le criticità evidenti, tra cui la difficoltà per avere l’applicazione uniforme del contratto sanità e le risorse non congrue alle aspettative dei professionisti sanitari avremmo auspicato di portare a casa risorse utili a dare respiro ai lavoratori e aprire quanto prima il contratto 2025-2027 per rendere significativo e tangibile la loro valorizzazione economica. Un quadro ritenuto insoddisfacente dalle sigle che non hanno dichiarato la propria disponibilità a firmare il contratto, che anche oggi non cambiano giudizio, ma saranno forse soddisfatti dell’atto unilaterale del governo di anticipare la vacanza contrattuale per la mancata chiusura del rinnovo contrattuale? Se il sistema imploderà non sarà responsabilità nostra. La gamba tesa del governo è la morte della contrattazione è una sconfitta del sistema delle rappresentanze sindacali, oltre che una perdita per i lavoratori di tutte le migliorie normative, frutto di sette mesi di trattativa che sono andate in fumo”.

(fonte: Quotidiano Sanitò)

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