
Il podio tutto al maschile non è piaciuto al pubblico dell’Ariston. L’esclusione di Giorgia ed Achille Lauro dalla TOP 5 ha generato malcontento popolare. Mentre la cantante con un’estensione vocale di quattro ottave, riceve il premio Tim per il brano più scaricato dalle piattaforme del colosso della telefonia, il pubblico urla compatto “Hai vinto tu”.
Per Giorgia è la quarta partecipazione al Festival della canzone italiana. Questo, per lei, ha rappresentato l’anno dell’evoluzione, del cambiamento, della voglia di rimettersi in gioco. Elegante, raffinata, mai fuori contesto, Giorgia ha regalato emozioni. Blanco e Michelangelo le hanno cucito addosso un brano che parla di sentimenti, quelli che la cantante romana ha sempre saputo trasmettere con verità e potenza.
Tutti ci siamo divertiti a commentare il festival sui nostri canali social: un modo, forse, per sentirci più vicini dinanzi all’unico evento canoro che sembra resistere all’usura dei tempi che cambiano. La gara dei duetti, vinta proprio da lei, in coppia con Annalisa sulle note di Skyfall di Adele, ha tenuto incollati dinanzi alla tv- in termini di total audience – una media di 13 milioni 575mila telespettatori pari al 70,8% di share, un successo non previsto dato che tutti attendevano il flop post Amadeus. Ancora una volta, Giorgia in total white, candida come la neve, ha fatto impallidire la sala stampa, ha strappato una standing ovation al pubblico dell’ Ariston, dimostrando l’umiltà dei grandi artisti. Insieme, lei ed Annalisa, hanno dato lezioni di empowerment al femminile, di complicità rara ma bella da vedere, uscendo dalla loro confort zone, come hanno dichiarato loro stesse durante una delle tante interviste radiofoniche e portando un brano davvero complesso. Esperimento riuscito. Le loro splendide voci vengono premiate ed osannate dal pubblico. Al tempo stesso, però sembra che questa vittoria abbia un retrogusto amaro: sui social, infatti, cominciano a girare video in cui pseudo indovini, che si divertono a fare pronostici, dichiarano che solitamente i vincitori delle cover non si aggiudicano il primo posto o addirittura c’è il rischio che non salgano sul podio. “Le solite dicerie di popolo, impossibile”. Eppure “la maledizione” sembra aver colpito.
Alessia Marcuzzi, che legge la classifica, stenta a crederci e non nasconde una smorfia di disappunto. Fuori dal podio anche Lauro: incredibile ma vero. Lo immaginavamo già all’Eurovision con quello charme proprio dei grandi artisti che possono permettersi il lusso di essere camaleontici, senza cadere mai nel banale. Ma forse, come ha scritto Nicola Landolfi, politico ed appassionato di musica, sui suoi canali social “una delle canzoni più belle di questa gara resta quella di Achille Lauro che ha pagato la sfacciata consapevolezza di un carisma che surclassa tutti. Essere brillanti, probabilmente, non conviene”.
Si spengono le luci dell’Ariston. Oggi i concorrenti, rigorosamente in playback, si esibiranno a casa di zia Mara. Fedez con i “suoi ” profondi occhioni neri” -portato tra i primi cinque da una giuria popolare che non distingue la vita privata dalla mediocrità del testo – sarà nella sua zona confort e non dovrà chiedere l’autotune, non servirà.
Tanto di cappello per Brunori Sas, che ci ricorda, con una canzone che è una carezza sul cuore, la bellezza el cantautorato italiano in via di estinzione e per Cristicchi, anima fragile, ma troppo convinto di vincere. Olly, giovane rugbista ligure, trionfa tra gli applausi del pubblico presente in sala che, ha tirato un sospiro di sollievo dopo la sua proclamazione. La finale della 75esima edizione del Festival si conclude così: tra l’incredulità di un giovane ventitreenne che a Maggio volerà all’Eurovision e la tenera incoscienza di Lucio Corsi, che tutti avremmo voluto abbracciare, almeno per un attimo.
Giorgia non è la vincitrice morale di questa edizione del Festival, sarebbe riduttivo e banale. Lei è un’artista che a cinquant’anni sceglie di scendere in campo, di regalarci virtuosismi canori di rara bellezza, di prendersi cura dei sentimenti, in un’esplosione emotiva che regala brividi fin dal primo ascolto. Non ha saputo trattenere le lacrime, espressione di gratitudine ma anche di disappunto. Ma in fondo lei sa di aver vinto per tutti noi rimasti fermi, immobili, ipnotizzati, davanti alla sua esibizione pulita, cristallina emozionante.
Grazie Giorgia, il tuo canto è “la vera cura” per noi in questo Festival dal finale davvero anomalo ed inaspettato.
